fascite-plantareCome avrete notato l’ultima notizia di un mio allenamento o gara su questo blog è il mio racconto sullo Sciacchetrail. Il motivo è molto semplice e pratico: il giorno dopo mi sono risvegliato con una bella fascite plantare. Ecco cos’era quel dolore ai piedi! Ma cos’è la fascite plantare? Come si previene e come si cura?

Già, cos’è la fascite plantare?

Innanzitutto bisogna sapere cos’è la fascia plantare. Si tratta di una fascia fibrosa che si collega da una parte al tallone e dall’altra alle dita dei piedi. Serve a trasmettere il peso del corpo durante il movimento. In pratica è la continuazione del tendine d’achille. La fascite plantare non è altro che l’infiammazione di questa fascia. Da cosa può essere causata? Microtraumi del tallone, problemi al tendine d’Achille, anatomia del piede, aumento eccessivo del chilometraggio (eccolo), scarpe inadatte, varie ed eventuali. Ecco perchè colpisce il 10% dei runners! Come potete accorgervene? È un dolore sotto al piede, a volte più avanti, a volte quasi sul calcagno. In alcuni casi può salire anche lungo il polpaccio. Un dolore che si acuisce nel momento in cui appoggiate il piede. Ci sono vari test che usano i fisioterapisti, ci sono molte informazioni in rete.

Ok, e come faccio a prevenirla?

Un unico consiglio, nato dalla mia esperienza: scarpe sempre adatte, in buono stato e rodate e sforzi sempre nei limiti dello stato di allenamento. Rileggete il paragrafo precedente. Fateci caso, la maggior parte delle cause si riconduce a problemi di postura e a stress da sforzo eccessivo. Quest’ultimo non si previene solo con i km, ma anche e soprattutto con esercizi adatti, improntati alla mobilità articolare e al potenziamento muscolare del piede. Un piede forte è un piede che regge meglio lo sforzo e si infortuna meno.

Io ce l’ho. E ora che faccio?

Nel momento in cui ho capito che il mio problema era una fascite plantare ho girovagato per la Grande Rete, aiutato dal fido Google. E sono rimasto un po’ perplesso. A quanto ho trovato ci sono due scuole di pensiero tra i fisioterapisti. Una prescrive il riposo assoluto (anche fino a 6 settimane dopo la fine del dolore), interrotto solo da esercizi di riabilitazione, allungamento e fortificamento del piede. Secondo questa scuola la prospettiva in caso di atleta che trasgredisce a queste regole è la cronicizzazione, ossia la fascite diventa cronica e non ce la leviamo più. Una seconda scuola di pensiero invece dice che il riposo non dev’essere totale: va ridotto il carico di allenamento (interrotto solo nella fase di dolore acuto), ma improntandolo alla rieducazione del piede. In casi gravi, dove il solo fisioterapista non può fare nulla, si ricorre agli ultrasuoni o all’intervento chirurgico, ma sono casi rari.

O cavolo, e io allora come mi comporto?

Nel dubbio è sempre bene consultare un medico. Meglio ancora un fisioterapista bravo. Io sto seguendo una mia via. 6 settimane di stop (credetemi non è semplice) e esercizi a go go da ora in poi. Poi riparto con gli allenamenti in modo graduale riproponendomi di fare più esercizi di mobilità articolare e potenziamento (prima pressocchè assenti). Perchè? Perchè le parole fascite plantare cronica mi spaventano e non poco e quindi preferisco non rischiare. Se mi dicono che il limite è 110 km/h io in questi casi preferisco farmi i miei 90 e stare tranquillo.

La fascite plantare è decisamente noiosa. Qualcuno di voi l’ha avuta? Come l’ha curata? Io ho ancora due settimane davanti, vi farò sapere com’è andata. To be continue…


4 commenti

Francesco · Maggio 4, 2015 alle 3:29 pm

La mia fascite è sfociata nella spina calcaneare , il riposo non è sempre la soluzione , in quanto di disinfiammavo la zona del tallone , anche con l’aiuto delle fantomatiche onde d’urto!!
Quando riprendevo a correre non riuscivo ad andare sopra i 20km di allenamento che ero punto accapo!!
Ero entrato in un circolo vizioso alla fine ho tolto chirurgicamente la spina , da quasi subito vai in bici 5 giorni e tre settimane per cominciare a caricare , alla quarta corricchi!!
Peró adesso con un paio di solette dinamiche spero non torni più e di aver risolto definitivamente !!
Fai una lastra al tuo piede e vedi a che punto la fascite a compromesso il tallone e poi valuta e fatti consigliare da un bravo ortopedico.
In bocca al lupo!!

    Sirio · Maggio 5, 2015 alle 6:19 am

    Sinceramente non pensavo potesse diventare così grave. A questo punto spero di essermi fermato in tempo. Per ora pensavo di aspettare ancora un paio di settimane, sforzandomi di fare lo stretching che consigliano quasi tutti (me ne dimentico spessissimo) e poi vedere se riesco a riprendere. Dolore non ne ho già più da parecchio, ma non ho più provato a correre.
    Grazie mille del consiglio, e crepi il lupaccio 😉 E in bocca al lupo anche a te!

Andrea · Maggio 5, 2015 alle 9:13 am

Ho letto con attenzione il tuo post, come molti altri non si individua il problema principale di questi fenomeni infiammatori. Si cerca sempre di risolvere il problema senza ricercarne la causa. Unica soluzione è cambiare stile di corsa…non serviranno più terapie o fisioterapici per risolvere il prblema . Basta seguire un profondo cambiamento della postura nel gesto della corsa. Buon recupero.

    Sirio · Maggio 6, 2015 alle 1:10 pm

    Nel mio caso il motivo è stato semplicemente fare 47 km senza dovuto allenamento con scarpe dal drop un po’ più basso di quelle vecchie. E le ho prese proprio per cambiare un po’ la meccanica di corsa. Sono iperpronatore e diminuendo la rullata del piede, appoggiando più di avampiede dovrebbe annullarsi il difetto 🙂 tu cosa ne pensi?

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