In tanti anni di sport poche condizioni meteo mi mancano alla collezione. Una di queste è la neve, un’esperienza che ho sempre voluto fare. Ho preso freddo, caldo, pioggia, vento, grandine, ma nella neve no. Una nevicata sui monti intorno a casa e il giovedì si parte. Destinazione: La Croce.

La mattina esco alle 7 e mezza, persino tardi per i miei orari. E la giustizia divina me ricorda facendomi allungare sulle scale di casa per un bel lastrone di ghiaccio. Ok, da freddo. Faccio riscaldamento e raggiungo il punto di partenza, dove un’altro lastrone mi saluta e mi fa la previsione dell’allenamento. Sono a poco più di 300 metri di quota e devo superare i 600.


Inizio la corsa salendo la solita strada che porta verso il Parodi, collegando Biassa alla Foce. È letteralmente piena di ghiaccio e già mi immagino a correre come un dannato rimanendo fermo. Già da subito si vede la neve a lato strada.

Decido di non prendere il sentiero al Telegrafo essendo già scivoloso di suo e convinto lungo la strada. Sui fianchi della carreggiata si vedono i segni del passaggio di uno spazzaneve che ha liberato la via. Il sole sorge salutandomi con la sua luce arancione sulla neve. Il morale sale alle stelle. Il fiato è rotto e la visione delle Apuane con dietro il sole e tutta quella neve intorno fa lo strano effetto di aumentare l’euforia.

 

Passato il Segnale arrivo al Monte Grosso e di qui al valico La Croce. Il sentiero prosegue ma la neve lo rendo troppo scivoloso e quindi torno indietro. Un paio di chilometri e torno sull’asfalto. Mi sembra di non faticare più. La discesa è sempre pericolosa ma sicuramente più percorribile. Al Telegrafo mi rendo conto che mi mancano un paio di chilometri e li recupero prendendo la sterrata fino al bivio per Montenero. Altra neve ed enormi pozzanghere ghiacciate da circumnavigare. Dal Telegrafo in poi mi sembra una passeggiata.

Arrivo a casa dopo 13.63 km in 1:30:59 ad un ritmo di 6:41 al km. Temevo molto peggio! Alla prossima