Quei pochi che seguono il blog si saranno resi conto che dopo la Stralevanto non ho più scritto nulla. Purtroppo un lieve infortunio e la morte delle mie scarpe (motivo dell’infortunio e in un periodo di carenza di introiti) mi hanno tenuto lontano dagli allenamenti. Ho ripreso solo la settimana scorsa con una corsetta e il consueto lungo.

La nuova tabella chiedeva 11 km a 6’11” al km. La domanda che si pone ogni volta: che giro fare? L’assenza di GPS a causa dello smartphone in assistenza mi fa armare di spago, righello e cartina (a breve spiegherò da qualche parte come usarli). Obiettivo prescelto: TelegrafoLa Cigoletta, 13,8 km.


Varie vicissitudini mi fanno partire tardi. Sono le 16:10 quando salgo verso il punto di partenza e, con il cielo che minaccia pioggia, fa presto a venire buio. Al Telegrafo consueto stretching e si parte

Tutto il percorso si snoda lungo il sentiero 1, l’Alta Via delle Cinque Terre, e l’attacco è decisamente pesante: una ripida salita ricca di rocce. In realtà è uno dei pochi grossi ostacoli. Arrivati al Bivio Bramapane diventa una scorrevole strada sterrata con un dolce saliscendi. Passo sotto al Monte Verrugoli con le sue antenne già illuminate e continuo fino all’arrivo sul Monte Grosso e al valico Le Croci. Qui mi saluta il “Segnale“, un muro di cemento utilizzato in tempo di guerra come segnalazione aeronavale.

Da qui il sentiero ridiventa un single track molto scorrevole in un bosco meraviglioso. Supero una grotta artificiale, ipotizzandola come eventuale riparo notturno. La coperta d’emergenza è sempre nello zaino quando faccio queste follie. Purtroppo la bassa luminostità non fa godere appieno del panorama, ma fa acuire l’udito alla ricerca dei primi rumori notturni del bosco.

Arrivo ad una ripida discesa che ormai è buio. Apro la cartina cercando di capire dove sono. Sembra quasi che ho fatto la variante alta del Monte Marvede, che la cartina segna come impraticabile. Lì in fondo ci dovrebbe essere La Cigoletta. Inizio a scendere ma ormai è buio e decido di ritornare indietro, anche se la tentazione di continuare è tanta. Arrivato in cima vedo un cartello di una deviazione: Monte delle Croci. Cosa?? Ma sono chilometri indietro!! Decido comunque di tornare indietro, recuperando i chilometri mancanti scendendo dal Bivio Bramapane lungo la strada asfaltata.

Il sentiero in notturna è stupefacente. La lampadina è in mano spenta, ma nonostante tutto ho davanti un binario. Difficile non vedere il tracciato. Unici rumori il mio fiato, i miei passi e il risveglio notturno del bosco. Arrivo al Bivio Bramapane e prendo la strada asfaltata. Da qui in poi è una lunga discesa che conosco bene. Il ristorante del Telegrafo è la prima luce di case che vedo. Da lì in 3 km sono a casa.

Arrivato a casa mi riarmo di spago metro e cartina per ricalcolare la distanza. Circa 14 km in 1h 40′ 38″, ad una media di 7′ 11″ al chilometro. Non un tempone, anzi un tempo molto peggiore di quello della tabella, falsato leggermente però dalle tante soste e dalla ruggine nelle gambe ferme da più di un mese, anche se i 3 km in più fanno piacere. Un’esperienza fantastica, per la prestazione sarà per la prossima volta