Logo dello SciacchetrailA volte bisogna osare. Il trail running stesso implica lo sfidare i propri limiti per portarli un po’ più in là. Non ho mai corso più di 24 km. Ed era giunto il momento di osare. Ho osato non 30 km, non 35 km, ma i 47.7 km dello Sciacchetrail. Volete sapere com’è andata?

Sciacchetrail? Ma cos’è?

Dello Sciacchetrail ne ho parlato ampiamente su questo blog. A dire il vero, visto che passava giusto dietro casa mia e che conosco personalmente gli organizzatori, vi ho giusto un po’ bombardato di news. Se è la prima volta che capitate qui, o siete pigri per cercare online, lo Sciacchetrail è un ultratrail di 47.7 km con 3100 m di dislivello totale positivo. Il tutto è nato dalla comunione tra la nascente comunità di trailers della zona, il Parco Nazionale delle Cinque Terre e i produttori di vino della zona, gli artefici del magico Sciacchetrà, il vino passito tipico delle Cinque Terre. Una corsa capace di donare emozioni fantastiche sia tra i meravigliosi boschi dell’Alta Via delle Cinque Terre che tra le vigne a picco sul mare.

Preparazione e giorno della gara

Partiamo da una premessa. La mia mole di allenamento non è per niente aumentata. Unite al fatto che la distanza massima è stata il Trail Autogestito Bardellone – Cinque Terre e capite quanto questa gara fosse un’incognita. Il cambio dell’ora e il dover prendere il treno delle 5 per riuscire ad arrivare in tempo alla consegna dei pettorali (maledetta Trenitalia) non ha aiutato, per niente. Provo a dormire a Monterosso su di una panca, peccato per la macchina della guardia giurata che passa ininterrottamente. Alle 6 sono assonnatissimo a prendere il pettorale e alle 7 sono già pronto a partire. L’ora è giunta.

Il primo scoglio

La partenza è decisamente spedita, cerco di stare con gente che conosco, e allo stesso tempo di non esagerare con il passo. Attraversiamo tutta Monterosso per arrivare all’inizio della strada che porta a Punta Mesco. Abbandoniamo ben presto la strada per prendere l’irto sentiero e i suoi temibili scalini. Passiamo la Punta, il Colle dei Bagari e il Colle di Gritta, perdendoci nei numerosi punti panoramici della vallata di Monterosso da una parte e di Levanto dll’altra. Nemmeno un chilometro di asfalto e riprendiamo la scalinata che porta al Santuario di N.S. di Soviore, il primo ristoro solido. È divertente correre con gente che si conosce e le gambe sembrano andare molto bene.

Da Soviore ripercorriamo il primo tratto del tracciato del Trail Autogestito di alcune settimane prima, fino a Drignana. Da qui inizia la lunga ascesa che ci porta al Monte Malpertuso, la cima Coppi della gara. Siamo su un meraviglioso single track che corre sull’AV5T tra boschi decisamente suggestivi.

La discesa

Nonostante l’altitudine del Monte Malpertuso il peggio deve ancora venire. Scendiamo alla Cigoletta e superiamo l’incrocio con il sentiero che porta al Monte delle Croci e iniziamo la discesa che ci porta a Riomaggiore. Qui è la mia palestra abituale e questi sentieri li conosco molto bene. Un sentiero molto scorrevole che corre tra boschi estremamente puliti, che diventa strada bianca panoramica sui borghi delle Cinque Terre e poi di nuovo sentiero fino al Colle del Telegrafo. Su questo tratto iniziano le prime crisi (ma guarda, sono vicino al mio record di distanza), ma nulla di importante. Passo il rifornimento del Telegrafo e mi butto giù come una capra per il sentiero che porta alla Madonna di Montenero. Le gambe riprendono vigore e mi diverto a saltare giù così veloce. No problem, pagherò in seguito pure questo. Da Montenero prendiamo la scalinata che ci porta a Riomaggiore, vero segno di civiltà dalla partenza.

I due scogli

Arrivato a Riomaggiore trovo nientepopodimeno che… la processione delle Palme che passa proprio dove devo passare io. Aspetto e mi riposo, male non mi fa! Attraverso quindi il paese nella parte alta e raggiungo il primo vero scoglio: la terribile, spaventosa e temutissima salita della Beccara, un muro di scalini che sale verticale fino a 240 m di altitudine. E dopo più di 30 km vuol dire tanta roba. E la cosa tremenda è che subito prima arrivano i primi veri crampi alle gambe. Arrivati in cima bisogna ancora salire, anche se con meno pendenza. L’arrivo alla Cantina sociale del Groppo è decisamente una liberazione. Rifornimento plurimo, sniffata ad una bottiglia di Sciacchetrà aperta (solo l’odore per sognare) e ripartiamo con il suggestivo passaggio all’interno delle cantine, per scendere poi su Manarola. Da qui altro muro di scalini fino a Volastra, altro scoglio. Ormai sono quasi le 13, il caldo e il sole si fanno sentire e non ci sono boschi. Solo roccia, muri e vigne. Le gambe continuano a dare problemi, ma ancora sopportabili, non si molla! Arrivato a Volastra saluto la discesa quasi con gioia, per poi scoprire dopo alcuni chilometri di dover salire ancora. Ben poca cosa rispetto alle precedenti, ma con tutti questi km i crampi iniziano a fare il bello e il cattivo tempo.

Le crisi

Dopo Corniglia ricomincia la discesa. E scopro il prezzo di aver fatto la capra dopo il Telegrafo: dolori alle ginocchia si alternano solo a crampi e dolori ai piedi. Non so se è meglio salire con i crampi o scendere con i dolori alle ginocchia. E il sentiero è un continuo saliscendi, meraviglioso, ma per me doloroso. Arrivo a Vernazza decisamente provato, ristoro e riparto per l’ultimo tratto. La sofferenza è tale che ogni centinaio di metri mi sembra un chilometro, ormai corro, quando corro, come un ottantenne che fa jogging. Finalmente (o no) arriva la lunga scalinata che porta a Monterosso, dove le ginocchia implorano pietà. Chiudo lo Sciacchetrail 99esimo in 7:49:23. Son già contento di essere arrivato in fondo, sotto le 8 ore è quasi un miracolo. E la birra alla fine è stata come il nettare degli dei!

Forse con un impegno normale avrei fatto meglio, ma già così è andata strabene. L’impegnarmi un po’ con la dieta ha dato i suoi frutti, nessun problema serio su distanze che normalmente mi avrebbero dato noia. Quello che ho sbagliato è stata l’alimentazione e l’idratazione lungo la gara. La tensione mi ha chiuso lo stomaco e mi ha ingannato con le energie. Così ho mangiato e bevuto decisamente troppo poco.

Per quanto riguarda l’organizzazione assolutamente ineccepibile in ogni attimo prima, durante e dopo. Il tifo ai ristori e ai punti di controllo ha dato un aiuto mostruoso. Una gara meravigliosa, che è quasi un viaggio lungo i boschi e le vigne di questo meraviglioso posto. Assolutamente da mettere nel vostro calendario!

Dimenticavo, a brevissimo le foto della corsa! Stay tuned!!